Leggiamo solo le cose che ci interessano veramente, e sono pochissime. Tutte le altre – tutte – le scansioniamo così velocemente dando per scontato che non ci servano.

Partiamo (sempre) dai contenuti più visibili (e meno impegnativi) e approfondiamo solo quel pezzettino che ci dà la sensazione di soddisfare il nostro bisogno del momento. La nostra ricerca se stavamo cercando qualcosa, il nostro istinto se stiamo scorrendo la timeline di Facebook.

Tendiamo a scartare i testi lunghi: quelli che ci danno la sensazione di non aver tenuto conto della nostra fretta, o della nostra pigrizia. Li scartiamo perchè richiedono energia, e il nostro cervello è progettato per consumarne il meno possibile.

Preferiamo i paragrafi corti, i titoletti che sintetizzano, i grassetti che evidenziano, gli elenchi puntati che organizzano. Se ci sono, e tra quelle che vediamo individuiamo qualche parola che cattura la nostra attenzione, siamo capaci di scalare una montagna pur di soddisfare la nostra curiosità.

Ma prima – necessariamente – la nostra curiosità deve essere risvegliata.